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La Gran Pista Rocce Rosse: la storia della pista più amata del Bondone

La Gran Pista è la più amata della skiarea del Monte Bondone: una pista rossa lunga 3.550 m. con una pendenza media del 30% e massima del 42%. È anche la più tecnica e impegnativa della nostra ski area, che scende dal versante Ovest del Palon fino ai boschi di Mezavia. Realizzata nel 2002, è servita dalla seggiovia con maggior dislivello a quel tempo di tutta Italia.

Si tratta di una delle piste più belle e rinomate del Trentino, con una vista spettacolare sul gruppo delle Dolomiti di Brenta e sulle Tre Cime del Bondone. La Gran Pista è servita dalla seggiovia Rocce Rosse, una comoda 4 posti ad ammorsamento automatico, che percorre gli 809 metri di dislivello in circa 9 minuti.

Ma conosci davvero la sua storia? Sai perché è anche la pista più attesa in ogni stagione?

La vera storia della Gran Pista del Monte Bondone

Negli anni ‘70 erano presenti lungo il versante Ovest del Palon due piste: la pista Fortino, a monte della strada provinciale, e la pista Rocce Rosse, a valle della strada.

In quegli anni erano state realizzate dalla Società Graffer Bondone S.r.l., allora proprietaria degli impianti sul Monte Bondone, due telecabine aperte (più note come bidonvie), una che serviva la Rocce Rosse e una che serviva la Fortino. Allora per passare da un impianto all’altro era necessario scendere dal primo impianto, levare gli sci, attraversare a piedi la strada provinciale con gli sci in spalla e salire sul secondo impianto e la stessa cosa succedeva durante la discesa. Negli anni ‘80 le telecabine furono sostituite da 2 seggiovie monoposto con lo stesso tracciato.

Negli anni 1991/1992 fu realizzato il sovrappasso che permetteva agli sciatori di passare da un impianto all’altro con gli sci ai piedi. Ma i cambiamenti erano solo all’inizio.

Nel 1993 fu sostituita la seggiovia del Fortino con una nuova seggiovia a 3 posti dalla società Funivie Monte Bondone S.r.l., costituita nell’anno 1990 dalla Società Funivie Folgarida Marilleva S.p.A. che aveva rilevato la Società Graffer Bondone S.r.l. Fu proprio grazie alla nuova gestione che ripartirono gli investimenti sull’Alpe di Trento, soprattutto in tema di innevamento. Fino all’anno 1990 infatti non esisteva un impianto di innevamento programmato, né tantomeno erano presenti lance e cannoni per innevare le piste: o nevicava o la ski area semplicemente apriva con le piste sufficientemente innevate.

La seggiovia monoposto Rocce Rosse fece il suo ultimo anno di servizio nella stagione 1995/96, poi rimase chiusa per alcuni anni, in attesa di decisioni sul futuro di quella parte di area sciabile.

Con il grande progetto del 2002 fu smantellata la seggiovia triposto “Rocce Rosse-Fortino” e venne realizzata l’attuale seggiovia Rocce Rosse con i suoi 809 metri di dislivello ed una lunghezza pari a 2.320 m. Furono introdotte alcune innovazioni all'avanguardia, come l’azionamento ad ammorsamento automatico e le cupole di protezione. 

Non tutti furono soddisfatti della novità perché erano ormai abituati alla comodità di una stazione intermedia che era stata invece eliminata. La scelta fu fatta per due ragioni. In primo luogo il tempo di risalita che prima era di 12-13 minuti per ogni tratta, per un totale di circa 25 minuti, era stato ridotto a 9 minuti con un unico impianto di risalita. 

In secondo luogo Trento Funivie SpA, costituita nel novembre 2001 con l’incorporazione di Funivie Monte Bondone Srl e la partecipazione nel Capitale sociale della Provincia e del Comune di Trento, in quel contesto aveva deciso di fare una scommessa, ma anche un investimento inevitabile, costruendo un efficiente impianto di innevamento programmato; questo ridusse la disponibilità economica per la costruzione di una stazione intermedia, come suggerito da alcuni appassionati sciatori.

Una volta allargata, sistemata e innevata tutta la pista, su proposta di un mitico Bondonèro, Lino Nicolussi, si decise di rispolverare il nome che tutti utilizzavano dagli anni ’70: la stagione invernale 2002/2003 segnò il ritorno della Gran Pista come la conosciamo oggi.

Conosci la storia della ski area del Monte Bondone? Leggi qui: L’Alpe di Trento, nata come eccellenza sciistica. Ecco la storia del Monte Bondone.

Perché la Gran Pista apre così tardi?

È la domanda ricorrente dall’apertura della stagione invernale, ogni anno. La Gran Pista è stupenda, è emozionante, ha una vista spettacolare, per questo i Bondonèri la amano e la vorrebbero sempre aperta. Perché dunque apre sempre come ultima pista della skiarea?

L’apertura è legata molto semplicemente alla disponibilità di acqua. Vogliamo entrare nel dettaglio.

Per innevare tutta la Gran Pista, che presenta una superficie di circa 14 ettari, servono circa 40.000 metri cubi d’acqua, che rappresentano i 2/3 del bacino di innevamento di Malga Mezavia (il primo bacino del Trentino realizzato nel 2002 destinato unicamente all’innevamento programmato). 

Quando si parte con la stagione sciistica il bacino è pieno, così si inizia ad innevare le piste sui versanti Nord e Nord-Est, che richiedono singolarmente meno acqua e quindi sono più veloci da innevare, anche perchè la superficie del piano sciabile risulta più omogenea e meno impegnativa. Terminata questa prima fase si passa al versante Ovest, ma spesso a quel punto l’acqua è finita e il bacino si deve rimpinguare dal rio Vela, da cui possiamo prelevare 130.000 metri cubi d’acqua al massimo per l’intera stagione invernale.

Sai come funziona l’innevamento programmato sul Monte Bondone? Leggi qui: Sotto la neve. Il mondo segreto delle piste da sci

In autunno e inverno la quantità di acqua che scorre lungo il rio Vela è solitamente inferiore ed è necessario rispettare una serie di rigidi parametri di controllo sul prelievo dell’acqua. Ogni giorno vengono inviati all’Ufficio provinciale preposto i dati in tempo reale, tramite 3 misuratori di portata (due a monte e uno a valle del bacino), della portata del rio Vela per rispettare il D.M.V.- Deflusso minimo vitale: se la portata è troppo bassa, non ci è permesso prelevare acqua.

Cosa si può fare in quel caso? Possiamo attivarci con Novareti, che concede il prelievo di parte della sorgente in località Molini di Sopramonte: se non ci sono problemi legati alla scarsità d’acqua, per mancanza di precipitazioni o altri motivi, vengono aperte 1 o 2 pompe di rilancio che da 540 metri di quota pompano l’acqua prima a Mezavia, quindi alla stazione Rocce Rosse, per raggiungere poi la Centrale di Vason ad una quota di 1.660 m.s.m. Questa non è una soluzione ottimale, perché richiede costi maggiori in termini di energia elettrica, potenza installata e conseguente riscaldamento dell’acqua durante il trasporto.

Per questo confidiamo sempre in perturbazioni abbondanti che portino naturalmente la neve sulle nostre montagne, facilitando il nostro lavoro e il vostro divertimento.

Grazie ad un sistema estremamente innovativo ogni anno cerchiamo di migliorare l’efficienza dell’innevamento programmato e siamo in grado di misurare con precisione quanta acqua è stata utilizzata, acqua che viene poi restituita alla montagna con lo scioglimento della neve in primavera.

Il Monte Bondone ha ricevuto nuove certificazioni per sicurezza e sostenibilità. Leggi di più: Le certificazioni UNI EN ISO 14001:2015 e UNI ISO 45001:2018 per un’azienda di impianti a fune

La Gran Pista: un’icona del Monte Bondone

La Gran Pista Rocce Rosse non è solo una delle piste più tecniche e spettacolari del Trentino, ma rappresenta anche la storia e l’evoluzione del comprensorio sciistico del Monte Bondone. Da un tracciato frammentato a una pista moderna con un avanzato sistema di innevamento, questa discesa è diventata un simbolo per gli sciatori che ogni anno attendono con impazienza la sua apertura. Nonostante le sfide legate alle condizioni meteorologiche e alle risorse idriche, il continuo impegno per migliorare l’efficienza dell’innevamento garantisce che la Gran Pista continui a offrire emozioni indimenticabili.

E tu, l’hai mai affrontata?

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